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Vinicio Berti

Vinicio Berti (Firenze 1921 – 1991) è stato uno dei principali esponenti dell’astrattismo nel panorama italiano e fondatore dell’astrattismo classico. Nel 1945 fondò insieme a Brunetti, Farulli, Nativi e al poeta Caverni, il giornale “Torrente” che esprimeva il rifiuto di una visione intimistica dell’arte in nome di una partecipazione diretta alle tensioni della realtà contemporanea e fu tra i protagonisti del movimento innovatore Arte d’Oggi, legato alla rivista omonima. Alla pittura astratta approdò nel 1947, dopo una fase di rilettura del cubismo e del futurismo (1945 – 1947) raggiungendo quella che egli chiamò “una nuova classicità”, in opposizione a tutte le tradizioni classicheggianti ancora presenti nell’arte contemporanea. Insieme a Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti, Berti fonda, nel 1947, il gruppo di “Astrattismo classico” con il relativo Manifesto. Astrattismo classico si proponeva di avviare un ciclo nuovo dell’arte contemporanea con la fine della distruzione della forma per riproporre, attraverso un linguaggio ancorato alla storia capace di rappresentarne i tempi, una narrazione razionale e costruttiva sul filo di una visione interna della materia. 
Sfaldatosi il gruppo, Berti continuò a sviluppare ed ampliare le possibilità espressive dell’Astrattismo Classico nel contenuto e nella forma. Segue, quindi, la fase definita dallo stesso artista di Espansione dell’astrattismo classico (1951-55).
Tra il 1947 e il 1950 un rigoroso impianto di geometria classica continua a sostenere le opere, dal ciclo delle Cittadelle ostili (1955-56) all’Omaggio a Einstein, sorta di viaggio nel relativismo spazio-temporale. Seguirono, poi, i cicli delle Brecce nel tempo (1955-58) e dell’Avventuroso astrale (1959-65), ispirato alle prime imprese spaziali.
A partire dal 1966 è la volta delle Cittadelle di resistenza, Partenza zero, Geometria volumetrica, Realtà antagonista, sino a Dal basso in alto (1981), preludio alle più recenti Visioni verso l’alto, che rappresentano la fase estrema dello sviluppo dell’astrazione classica nel confronto con l’incessante divenire della realtà contemporanea.

Parallelamente alla sua attività di pittore svolse costantemente l’attività di illustratore e fumettista in pubblicazioni per ragazzi. Il suo esordio in questo campo avviene nel 1947 con una sua versione di “Pinocchio”. Nei decenni successivi illustrerà le storie di personaggi come “Gian Burrasca”, “Il Pioniere Chiodino” e “Atomino”.